L’improvvisazione non si improvvisa: per un attore, ma non solo, per una persona, improvvisare è importante. È in quest’occasione che viene fuori “la verità”, che si ha la possibilità di mettere in gioco se stessi, pur nella finzione teatrale. Gigi proietti diceva “benvenuti a teatro, dice tutto è finto, ma nulla è falso”. Ma cosa serve per improvvisare su un palcoscenico? Ci vogliono passione, voglia di sognare e far sognare, di mettersi in gioco e divertirsi. La dimensione del gioco è fondamentale, si arriverà infatti a creare delle sfide di improvvisazione a squadre su temi e titoli suggeriti dal pubblico. Per fare tutto ciò la tecnica ci vuole, occorre lavorare su voce e corpo, spazio scenico, stile, parola e gesto, perché “l’improvvisazione non si improvvisa”.
Caracter building: lavoro sulla caratterizzazione del personaggio, dalla voce alla postura, dal modo di parlare al costume, per potenziare la tecnica teatrale e capire come immedesimarsi nella parte. Tutto ciò in una cornice di libertà creativa e di divertimento.
Cinema: il percorso ha lo scopo di far conoscere e sperimentare le tecniche base della recitazione cinematografica, come la gestione la voce, il linguaggio del corpo e degli occhi, tutto ciò con particolare attenzione critica alle differenze fra recitazione cinematografica e teatrale, si arriverà dunque a padroneggiare il rapporto con la macchina da presa.
Il corso si svolge su due livelli che si intrecciano fra di loro:
- Livello teorico: l’organizzazione e i diversi ruoli di una troupe, le inquadrature, i concetti di post-produzione e montaggio.
- Livello pratico: sperimentazione dell’attore di fronte alla telecamera.